Interviste & Opinioni

L’anello nobiliare sigillo e iconografia del blasoneĀ 

Una delle forme e delle usanze piĆ¹ antiche di anello, ovvero il blasone nobiliare nell’anello Chevalier, nasce nel Medioevo per affermare un potere ed ha una tradizione peculiare che aggiunge al mero aspetto estetico e ornamentale, una forte valenza simbolica che da notizie di un passato da leggere. La parte superiore ĆØ piatta e su di essa veniva inciso o scavato lo stemma o il sigillo di famiglia.
GiĆ  nellā€™Antico Egitto esisteva una sorta di anello-sigillo realizzato in oro, pietra o faience e veniva portato al dito di faraoni o dai notabili della societĆ , essendo considerato un simbolo di potere.

Storicamente l’origine di questo gioiello nasce dall’esigenza di certificazione personale e si pone quale soluzione di un simbolo che rappresenti ā€œlā€™autentico volereā€ del Signore. Chevalier in francese,Ā signet o pinky ringĀ in inglese, sigillo in italiano, era lā€™anello utilizzato nellā€™antichitĆ  siglare le lettere, editti, volontĆ .

Una sorta di firma certificata dellā€™aristocrazia, attraverso lo stemma di famiglia, espressione di ricchezze, terre, castelli e potere. Chi riceveva una lettera chiusa con la cera lacca, verificava lā€™impronta dellā€™anello sul sigillo, per avere la sicurezza dellā€™autenticitĆ .
Impresso sulla ceralacca cremisi tale sigillo ĆØ garanzia di autenticitĆ  a tutti comprensibile, villani inclusi.Ā I primi di questi monili personali e unici si pensa addirittura che venissero distrutti o seppelliti con il proprietario, una volta passato a miglior vita.CiĆ² succede ancora oggi alla morte di un pontefice quando ā€œlā€™anello piscatorioā€ con i simboli e le iniziali del Papa viene distrutto. Questo gioiello,Ā legato alla religione e ai riti del cattolicesimo, esprime una valenza simbolica in quantoĀ sulla superficie stessa dellā€™anello ĆØ impressa lā€™immagine di San Pietro intento a gettare le reti da pesca dalla barca.
Solo lā€™anello ā€œdel pescatoreā€, di pertinenza papale, presenta incisione a sbalzo, esso ĆØ dā€™oro, e reca il nome del papa inciso lungo il bordo dellā€™effigie dellā€™apostolo Pietro. Viene consegnato nel corso della messa solenne per lā€™elezione del nuovo papa, dal cardinale camerlengo. Alla morte del papa lo stesso camerlengo distrugge lā€™anello del Pescatore con un martello dā€™argento di fronte agli altri cardinali.
Lā€™anelloĀ  spezzato viene conservato nei musei vaticani. Storicamente ĆØ noto che distruggendo lā€™anello dopo la morte del papa si evitava che qualcuno potesse appropriarsene e usarlo indebitamente per legittimare successivi documenti. Oggi la distruzione dellā€™anello indica che il mandato papale ĆØ finito e che la sede ĆØ vacante.Con il passare del tempo il sigillo diventa lo stemma, quasi il marchio del casato nobiliare e inizia a tramandare la il cognome araldico di padre in figlio.
Il sigillo completo viene tramandato al primogenito, al quale viene attribuito anche il titolo nobiliare, mentre ai figli cadetti viene tramandato uno stemma semplificato senza la corona a specificare il loro grado secondario allā€™interno del casato. Anche gli altri componenti della famiglia possono averne uno, ma differente da quello del primogenito, per esempio le donne utilizzano solo lo scudo.
A tal proposito gli anelli chevalier con iniziali sono la massima espressione del fatto ā€œad personamā€ perchĆ© simboleggiano il nome, l’identitĆ . La tradizione sostiene che vada portato al mignolo della mano sinistra dalle donne e allā€™anulare della mano sinistra dellā€™uomo.Ā Oggi gli anelli sigillo hanno perso quella funzione originale per diventare spesso un semplice ornamento di moda, soprattutto maschile. Chi commissiona un anello Chevalier con metalli preziosi, oro bianco o giallo, ĆØ ancora legato allā€™antica tradizione nobiliare di mostrare la sua influenza sociale.Ā 
Lo ā€œChevalierā€ maschile o femminile, resta infatti un simbolo d’eternitĆ  che imprime il sodalizio iconografico tra il gioiello e il possessore che lo indossa per richiamo a un’antica e nobile valenza.
Dott.ssa Melinda Miceli Critico d’arteĀ 

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