Interviste & Opinioni

La Giornata. «Non ci riesci». La frase da non dire mai più a un ragazzo Down

Inclusione scolastica, lavorativa e sociale restano gli obiettivi chiave delle associazioni. La campagna di CoorDown contro i pregiudizi: possiamo fare sport, vivere da soli e recitare testi teatrali 

Dedicata al tema degli stereotipi, o dei pregiudizi, anche quest’anno il 21 marzo si celebra la Giornata mondiale delle persone con sindrome di Down. La data, il 21 del terzo mese dell’anno, è stata scelta per indicare la presenza di tre cromosomi 21 nel patrimonio genetico di chi ha questa sindrome, definita appunto trisomia 21. Riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite dal 2012, la Giornata mondiale (World Down Syndrome Day, #Wdsd per gli hashtag sui social network) rappresenta l’occasione per ripensare l’approccio che la società generalmente riserva a queste persone, trattate spesso come eterni bambini e sottostimate nelle loro capacità e possibilità di apprendimento e di gestione della propria vita. E il tema “End the stereotypes” (“Basta stereotipi”) anima lo spot lanciato da CoorDown (il Coordinamento nazionale di 56 associazioni dedite alle persone con sindrome di Down) e adottato da Down Syndrome International (Dsi), la rete internazionale che mira a promuovere l’inclusione scolastica, lavorativa e in ogni ambito sociale delle persone con trisomia 21. Lo spot di CoorDown, che ha già ottenuto milioni di visualizzazioni in tutti i social, è intitolato “Presumi che possa farcela” (“Assume that I can”). Mostra una giovane con sindrome di Down alla quale viene negata la possibilità di effettuare alcune attività perché ritenuta incapace di riuscirvi: dal bere un cocktail a vivere da sola, da fare uno sport come la boxe a studiare i testi di Shakespeare. E così non le sperimenta e quindi “non riesce”. Ma se si prova a superare lo stereotipo, e le si dà fiducia, la ragazza mostra di essere capace di saper frequentare party, fare sport, vivere da sola e recitare testi teatrali. Un messaggio, spiega CoorDown, per invitare a dare fiducia a queste persone, consentendo loro di avere una vita sociale come gli altri. Analogo significato trasmette lo spot realizzato sullo stesso tema dalla Associazione italiana persone Down (Aipd), che annovera 54 sezioni in Italia. In questo filmato si vede una ragazza con sindrome di Down sola in un appartamento molto disordinato, che rievoca film “horror”. È facile ritenere che abbia causato il disastro (o viva nel degrado). La situazione si chiarisce in modo sorprendente quando rientra la padrona di casa. Si tratta di una giovane mamma che aveva chiamato la vicina di pianerottolo con sindrome di Down a fare la babysitter, senza aver avuto il tempo di rigovernare la casa. La ragazza Down ha corrisposto in pieno al compito assegnatole, riuscendo anche a far addormentare il neonato. La giovane mamma capisce di poter contare su di lei anche in altre occasioni future. Il messaggio di Aipd è che le persone con sindrome di Down possono essere anche una risorsa sociale.

A realizzare lo spot di CoorDown sono stati ancora una volta Luca Lorenzini e Luca Pannese (direttori creativi dell’agenzia Small New York), con la regia di Rich Lee, partendo da un discorso che la stessa protagonista del video, Marta Sodano, giovane di 29 anni con sindrome di Down, aveva svolto all’Onu alcuni anni fa: «Ho scoperto che in psicologia esiste un concetto, che in inglese si dice self-fulfilling prophecy, cioè una profezia che si autoavvera, perciò l’insegnante che pensa che lo studente non possa capire, si comporta di conseguenza, non spiega e fa avverare la profezia. Ma per me non esistono concetti facili e difficili. C’è sempre il modo semplice per spiegare le cose. Se penso alle cose che non mi sono state spiegate e insegnante, questo mi fa arrabbiare».Protagonista dello spot di Aipd è invece Moira Oliverio, anch’ella con sindrome di Down, che aveva già recitato nel docufilm “Come una vera coppia” con il fidanzato Emanuele Raffaelli. La regia di questo spot è di Daniele Castignani e di Matteo Quarta.
La Giornata mondiale è anche occasione per molte iniziative di promozione delle persone con sindrome di Down, e anche per fare il punto sulla ricerca scientifica che negli ultimi anni, grazie all’impegno di pochi gruppi ma molto motivati, sta facendo scoperte impensabili fino a poco tempo fa. La “Ds (Down syndrome) task force”, composta da ricercatori e dai presidenti di CoorDown, Antonella Falugiani, e Aipd, Gianfranco Salbini, ha in programma per sabato 23 marzo dalle 16 alle 18 sulla piattaforma Zoom (i link per il collegamento sono reperibili sul sito Aipd.it) un incontro sul tema della sperimentazione farmacologica sulla sindrome di Down in Italia. Esporranno i propri studi i gruppi di Napoli, Roma, Bologna, Troina (Enna). Analogo incontro su diritto alla cura e progressi nella ricerca scientifica si svolgerà oggi pomeriggio (21 marzo) presso l’Urban Center di Siracusa.

Marcario Giacomo

Editorialista de Il Corriere Nazionale

ph anfsas

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