Interviste & Opinioni

Il rematch tra Trump e Biden

di Raffaele Gaggioli

Per la prima volta dal 1892, un’ex Presidente americano tenterà di sfidare il suo successore per ottenere un secondo mandato non consecutivo alla Casa Bianca. Com’era già stato previsto da mesi, l’attuale Presidente Joe Biden e il suo predecessore Donald Trump si fronteggeranno ancora una volta durante le elezioni presidenziali del 2024.

I dati del Super Tuesday, giorno in cui la maggior parte degli elettori democratici e repubblicani votano per decidere chi saranno i candidati alle presidenziali, confermano l’imminente sfida tra i due politici. Trump ha infatti vinto il numero di delegati necessari per ottenere la nomination repubblicana, mentre Biden ha facilmente riottenuto quella del Partito Democratico.

È difficile predire chi tra i due sfidanti uscirà vittorioso da questo secondo round in quanto sia Trump sia Biden hanno numerosi punti di forza e di debolezza per motivi sia politici, sia personali.

Le principali debolezze di Biden sono la sua età e la situazione in Medio Oriente. A 81 anni Biden è il Presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti e i suoi rivali politici lo hanno accusato più volte di non essere adatto alla sua carica né mentalmente, né fisicamente.

La guerra tra Israele ed Hamas è un altro notevole grattacapo per l’attuale inquilino della Casa Bianca. Biden non può permettersi di abbandonare Israele nel momento del bisogno, ma la guerra sta diventando sempre più impopolare tra molti dei suoi elettori.

Molti giovani e molti cittadini americani di origine araba reputano che Biden non stia facendo abbastanza per porre fino al conflitto. Il crescente numero di morti e la disastrosa situazione umanitaria nella Striscia di Gaza stanno costando a Biden il supporto di questi gruppi in Michigan e in altri Stati in cui Biden aveva vinto per pochissimi voti nel 2020.

Il suo recente discorso sullo stato dell’Unione sembra comunque già delineare la strategia che Biden adotterà in vista delle imminenti elezioni. Dimostrando una notevole energia, Biden ha attaccato più volte i suoi avversari repubblicani, in particolare le loro iniziative contro il diritto all’aborto e il loro rifiuto a collaborare per risolvere i problemi lungo il confine con il Messico o a sostenere militarmente l’Ucraina contro l’invasione russa.

Anche la situazione di Trump è piuttosto complicata, nonostante la sua schiacciante vittoria durante le primarie repubblicane.

Molti osservatori hanno fatto notare che sia l’indice di partecipazione degli elettori alle primarie repubblicane, sia il numero di voti ricevuti da Trump sono inferiori rispetto alla sua prima nomination nel 2016. Questi dati sembrerebbero indicare che la popolarità dell’ex Presidente sia in calo e che la base elettorale repubblicana sia più divisa di quanto sembri.

I sostenitori di Niki Halley, l’unica candidata che ha continuato a sfidare Trump per la nomination repubblicana fino al Super Tuesday, rappresentano una pericolosa incognita per le ambizioni dell’ex Presidente. Molti di loro sono più moderati rispetto alla tradizionale base elettorale di Trump e potrebbero decidere di non votare per lui, permettendo a Biden di batterlo in Vermont e in altri Stati chiave.

I numerosi guai legali in cui Trump si trova invischiato complicano ulteriormente la situazione. Attualmente Trump è stato condannato per frode fiscale ed assalto sessuale ed è sotto processo per il fallito attacco dei suoi sostenitori contro il Campidoglio nel 2020.

Le condanne hanno notevolmente indebolito le finanze dell’affarista newyorkese. Non solo Trump ha dovuto pagare multe salatissime in entrambi i casi, per un totale di più di 400 milioni di dollari, ma è stato anche bandito dal fare affari a New York per i prossimi tre anni.

L’indebolimento finanziario di Trump e i numerosi processi che deve affrontare potrebbero compromettere l’efficacia della sua nuova campagna elettorale. Tuttavia, il sostegno degli elettori repubblicani per Trump potrebbe essere rafforzato dall’idea che i nemici dell’ex Presidente lo stiano perseguitando con accuse fasulle per impedire la sua inevitabile vittoria.

I problemi finanziari di Trump potrebbero essere risolti da Lara Trump, nuora dell’ex Presidente e nuova presidente del Comitato nazionale repubblicano, organo politico di direzione del partito. La donna ha infatti già promesso che i fondi del partito verranno utilizzati per finanziare la difesa legale di suo suocero.

La Corte Suprema americana ha fornito a Trump un’altra ancora di salvezza. I membri dell’organo giudiziario, per lo più conservatori nominati dallo stesso Trump, hanno accettato di discutere se il candidato repubblicano goda dell’immunità presidenziale per quanto successo durante l’assalto al Campidoglio.

Anche se la sentenza della Corte fosse negativa, i tempi lunghi della discussione tra i giudici potrebbe rimandare tutti i processi a cui Trump è sottoposto a dopo novembre, ossia potenzialmente dopo il ritorno dell’ex Presidente nella Casa Bianca.

Raffaele Gaggioli

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