Interviste & Opinioni

Guerre tra culture: Gaza

Prima di qualche anno fa nessuno si sarebbe mai aspettato che di lì a poco ci sarebbe stata una nuova, ulteriore ondata di guerre. Adesso risulta più facile intuire gli elementi che nel corso del tempo sono stati tralasciati, e oggi, ormai mutati, ci vengono presentati come unici responsabili, poiché facilmente additabili. Un elemento (forse l’unico) che sembra non essere cambiato nel corso della storia, che per secoli è stato ed è ancora garante di stabilità sociale e istituzionale in molti contesti; è quello religioso. In questo caso, con uno sguardo odierno, non si può non fare riferimento all’attuale situazione israelo- palestinese.

“Viviamo in un mondo molto vario”, è questa una delle frasi che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede quando si cerca di spiegare i rapporti tra le diverse culture, e, nella situazione attuale di guerre “tra culture” (vedi le differenze folkloristiche tra i paesi in conflitto tra di loro) questa frase viene usata anche come giustificazione dei conflitti. In realtà la frammentarietà odierna non è superiore a quella che è stata secoli fa, anzi, se paragonato al Medioevo fino all’età Contemporanea il mondo di oggi risulta essere molto più unito.

Questo è stato possibile grazie all’abbattimento del concetto radicale di nazionalismo e l’interpretazione violenta di esso dopo la Seconda Guerra Mondiale, alla progressiva laicizzazione degli stati e alla stipulazione di concordati, creazione di associazioni e organizzazioni internazionali e intergovernative. Come ben sappiamo però questa evoluzione non comprende tutte le realtà, che risultano sì essere un numero più ristretto rispetto a prima, ma allo stesso tempo presentano differenze ancora più marcate tra loro e l’omologazione occidentale. Essere a conoscenza delle differenze religiose tra Israele e Hamas ci permette, in un’ottica antropologica, di avere un più efficace sguardo da lontano.

Proprio perché gli stati islamici del Medio Oriente non hanno avuto lo stesso percorso politico-sociale degli stati occidentali, le differenze si fanno ancora più nette e Israele, geograficamente solo e “circondato” da territori antropologicamente molto differenti da esso, si trova di fronte un avversario che, così come lui, vive di una religione monoteista, storica. A differenza di Hamas, Israele può contare sul suo stampo occidentale, perché egli stesso è Stato fondato per mezzo dell’occidente, che oggi lo sostiene. D’altra parte, Hamas rappresenta la ramificazione più fondamentalista della politica sunnita palestinese, che oggi occupa(?) la striscia di Gaza e la gestisce con il classico “pugno di ferro”, scintilla per molte guerre del passato, del presente e del futuro.

Il popolo palestinese che sostiene Hamas ritiene che la striscia di Gaza debba essere imprescindibilmente controllata dalla Palestina poiché terra islamica. Dal canto suo, Israele replica (inevitabilmente orientata dall’occidente) con le stesse motivazioni, impaurita dall’atteggiamento e dall’identità fondamentalista di Hamas. Stiamo assistendo allo scontro fra due facce della stessa medaglia, cresciute da due religioni diverse.

Pietro Bianchini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci