Economia e Finanza

Il futuro del Sud non è l’industria ma l’artigianato d’eccellenza

Editoriale di Daniela Piesco Co-Direttore Radici 

l’Italia è riconosciuta nel mondo come una delle nazioni più rinomate per le capacità manuali dei suoi artigiani, tanto da rendere l’espressione Made in Italy un sinonimo di qualità.

Il Ministero dello Sviluppo economico italiano ha rilevato che, nel 2020, il settore dell’artigianato ha generato un giro di affari di 48 miliardi di euro,offrendo opportunità di lavoro in fabbriche, botteghe, gallerie d’arte, cooperative e non solo.

Ma gli storici ritardi dell’Italia nell’impiego delle risorse europee impongono un cambio di rotta nell’organizzazione delle risorse e degli strumenti destinati alle politiche di coesione.

A tal proposito il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge recante “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese” (c.d. DL Sud) che introduce una serie di misure dirette a creare, nelle aree del Sud Italia, le migliori condizioni per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico.

Costituzione di un unica ZES

Il Capo III del decreto nell’ambito di una più ampia strategia di rilancio del tessuto produttivo e dell’occupazione nel Sud, istituisce una nuova Zona Economica Speciale (ZES) comprendente l’intera area del Mezzogiorno che, dal 1° gennaio 2024, sostituirà le attuali 8 Zone economiche speciali.

La precedente organizzazione delle ZES, limitate alle aree retroportuali del Sud, non ha consentito di raggiungere appieno gli obiettivi posti alla base dell’introduzione nel nostro ordinamento di tale strumento, ovvero la necessità di attrarre investimenti nelle aree del Mezzogiorno maggiormente connesse ai flussi commerciali internazionali.
La costituzione di un’unica ZES consentirà, pertanto, di massimizzare nello scenario internazionale l’impatto competitivo dell’intero Mezzogiorno con il suo già rilevante apparato produttivo, che rappresenta un potenziale da valorizzare nelle sue molteplici articolazioni settoriali e territoriali, con riconoscimento di eguali chance di sviluppo a tutti i territori dell’Italia meridionale e a tutte le imprese già insediate nel Sud, o che in esso volessero insediarsi.

Il futuro del Sud non è l’industria ma l’artigianato d’eccellenza

Il Sud Italia ha e deve avere un futuro nel terziario e nei prodotti di eccellenza locali tornando a fare un’impresa rinascimentale dove un artigiano, anche grazie alle teconologie possa affrontare i mercati internazionali ma rimanga piccola impresa puntando su cura e qualità del prodotto

Un esempio? L’industria del vino siciliana che in pochi anni è riuscita a diventare un’eccellenza nazionale e sovrannazionale

Ma quali sono le figure più ricercate? In Italia, i lavori artigianali più richiesti sono negli ambiti:

Della falegnameria;
Della ceramica;
Della lavorazione dei metalli;
Della gioielleria;
Della moda;
Della lavorazione della pelle;
Dell’alimentare (fornaio, pasticcere, gelataio).
Si tratta di impieghi che richiedono grande precisione e abilità ed è importante specializzarsi.

L’artigianato e le PMI, inoltre, svolgono un ruolo centrale anche nel fornire istruzione e formazione professionale sul posto di lavoro, due fattori di grande rilevanza per la transizione dalla scuola al mondo del lavoro e per garantire una forza lavoro qualificata, soprattutto in un periodo di alta disoccupazione giovanile.

Tre sono gli elementi caratterizzanti di un sistema produttivo fatto di piccola impresa familiare diffusa sul territorio:

-il sapere artigiano: il far bene le cose, la
valorizzazione del sapere, del bello, dell’unico,
della storia, della bottega.

-la famiglia: come elemento fondante di ogni
società e, nel caso dell’artigianato, spesso
anche dell’impresa stessa.

-il territorio: come utilizzo sapiente delle
risorse naturali, sostenibilità ambientale, riuso,economia circolare, comunità di uomini, di valori e di storia, le nostre radici.

Su questi elementi si possono fondare azioni che necessariamente devono investire sulla famiglia, attraverso politiche sociali e fiscali che favoriscano, oltre che la natalità, anche il caregiver. E’ necessario rimettere al centro dell’azione di governo la famiglia e porre la massima attenzione al territorio, evitando in primis l’uso del suolo favorendo la ristrutturazione dell’esistente.

Vanno messe in campo azioni finalizzate a ripopolare i tanti borghi e i piccoli centri garantendo adeguate infrastrutture e accompagnando la ristrutturazione dell’esistente con specifici interventi fiscali di sostegno ad esempio attraverso l’introduzione di super bonus legati alla ristrutturazione edilizia nel caso di interventi effettuati su immobili collocati in Comuni con non più di 5.000 abitanti che presentano un trend demografico negativo su un ampio arco temporale.

Perché le istituzioni culturali stentano a
comprendere l’importanza di questo settore?

In Italia non è sufficientemente riconosciuta e valorizzata l’importanza dei mestieri dell’artigianato artistico. Lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo stenta a riconoscere l’artigianato come una realtà “viva”.

Per questo sarebbe opportuno fare una riflessione accurata e auspicare
un’attenzione particolare per questo settore così importante nella definizione della nostra identità, che è al contempo anche così fragile per le dimensioni aziendali, per i mercati di riferimento, per le caratteristiche del processo produttivo e che non può prescindere da tecniche di lavorazione che richiedono tempi lunghi e dall’utilizzo di materie
prime costose.

Fondamentale è la valorizzazione delle professioni di “artigianato artistico” e tradizionale, che rappresentano l’eccellenza del made in Italy quale espressione delle identità e delle tradizioni dei nostri territori anche all’interno della filiera del turismo, in quanto,sono numerosi i mestieri artigianali che rischiano l’estinzione, con conseguente perdita di valore economico, sociale e di tradizioni per il nostro Paese, a causa della mancanza di politiche ad hoc per il passaggio generazionale che, nel caso delle imprese artigiane, è anche trasmissione di saperi, tradizioni,competenze.

Ma per fare ciò occorrerebbe intervenire per valorizzare le “botteghe” artigiane che operano nella filiera dell’arte e dei beni culturali, tramite strategie formative specifiche per impedire la perdita di questi saperi; forme di sostegno economico mirato; una campagna di comunicazione e promozione di questi mestieri, che stimoli i giovani con attitudini artistiche a intraprendere queste attività; incentivare il ricorso all’apprendistato, quale strumento necessario per far fronte alle difficoltà per le imprese a reperire manodopera qualificata e quale canale di ingresso privilegiato nel mondo del lavoro.

Conclusioni

L’artigianato, in particolare quello artistico, costituisce una fonte fondamentale per la ricostruzione della storia di una civiltà in tutti i suoi aspetti.

Le opere che ci hanno lasciato gli artigiani sono una vera e propria testimonianza che ci aiuta a comprendere l’evoluzione di un popolo, le sue ricchezze, le attività produttive e ci consente di ricostruire i mutamenti dei gusti e delle esigenze della popolazione, le sue sensibilità artistiche e culturali.

Anche l’Unesco, nella Dichiarazione del 1997 all’art. 7, ha sostenuto quanto sia importante la salvaguardia della diversità del patrimonio culturale, inteso come bene immateriale che le attuali generazioni dovranno trasmettere alle future.

Inoltre, l’artigianato gioca un ruolo fondamentale nel rapporto tra “mondo locale e mondo globale” e, dunque, non rappresenta solo una importante testimonianza del nostro territorio, bensì anche una vera e propria forza produttiva nella quale i prodotti mantengono la loro identità locale esprimendone la storia e la cultura, integrandosi al contempo nel mercato globale.

Dall’arte presepiale alla sartoria, passando per la lavorazione di ceramiche e coralli, fino ad arrivare a mastri liutai, orefici e gioiellieri, l’artigianato odierno è erede di una tradizione secolare tra le più apprezzate al mondo.

pH Fernando Oliva 

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