Interviste & Opinioni

La Corte dichiara incompatibile con la Costituzione ilĀ  differimento del pagamento del tfs ai lavoratori pubblici

Esprimiamo soddisfazione per la pronuncia della Corte Costituzionale che con la sentenza n. 130, depositata il 19 giugno 2023 e resa nota con un comunicato stampa in data odierna, ha invitato il legislatore ad assumere tutte le iniziative necessarie a rimuovere una situazione, protrattasi ormai da tempo, che contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione – dichiara Marco Carlomagno, Segretario generale della FLP a commento della tanto attesa sentenza della Consulta chiamata in causa dal Tar lazio nel 2022.

Avremmo preferito una pronuncia che dichiarasse in modo esplicito lā€™incostituzionalitĆ  delle norme che hanno previsto il differimento del pagamento del TFS ai dipendenti pubblicii, ma comunque la formula utilizzata dalla Corte nelle motivazioni a corredo della sentenza, ne chiariscono in modo evidente Ā i profili in contrasto con la Costituzione e accolgono pienamente le motivazioni alla base dellā€™iniziativa assunta in questi anni dalla FLP per rimuovere gli effetti dellā€™ennesima normativa punitiva nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, ancora piĆ¹ odiosa perchĆØ esercitata in un momento in cui si ĆØ piĆ¹ deboli edĀ  esposti alle difficoltĆ  della vita – prosegue Carlomagno.

Ora Governo e Parlamento non hanno piĆ¹ alibi e non possono ulteriormente differire lā€™adozione delle norme necessarie a rimuovere lā€™inaccettabile penalizzazione, tanto piĆ¹ che la Consulta ha censurato anche lā€™iniziativa degli anticipi onerosi del TFS, operato dagli Istituti di credito, che di fatto lucravano sui ritardi dello Stato a riconoscere quello che ĆØ a tutti gli effetti un salario differito.

Un primo importante risutato lā€™abbiamo ottenuto !

Ma la FLP continuerĆ  perĆ² con ancora maggiore decisione le sua iniziative per fare in modo che venga data pina attuazione alla sentenza della Corte e non vi siano nuovi e ulteriori ā€œtraccheggiamentiā€ con la scusa della tenuta dei conti pubblici e dei saldi di bilancio – conclude Carlomagno.

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