Sanità, AISI: “Liste d’attesa, la risposta non è la Farmacia dei Servizi
Non servono scorciatoie, ma rispetto delle norme e investimenti veri”
ROMA – A Jesi, il 1° ottobre, in occasione dell’evento “La Farmacia per dare risposte – due anni di sperimentazione nelle Marche”, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha sostenuto che il modello della Farmacia dei Servizi abbia contribuito, secondo i dati regionali, a ridurre le liste d’attesa fino al 15%, prospettandone l’estensione a livello nazionale.
AISI, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, accoglie con attenzione il dibattito, ma interviene con fermezza per chiarire la propria posizione: le liste d’attesa non si abbattono affidando prestazioni specialistiche alle farmacie, né aggirando le norme che regolano il sistema sanitario.
Prestazioni specialistiche: non spettano alle farmacie
Karin Saccomanno, presidente AISI: “Il sottosegretario Gemmato parla di risultati incoraggianti, ma la verità è che le liste d’attesa non si risolvono trasformando le farmacie in ambulatori diagnostici. I numeri delle Marche – 24mila prestazioni in due anni – sono una goccia nell’oceano rispetto ai fabbisogni reali. Servono più specialisti, poliambulatori diffusi, investimenti strutturali. Continuare con scorciatoie rischia solo di indebolire il sistema”.
Le regole ci sono: il D.Lgs. 502/1992
Giovanni Onesti, direttore generale AISI: “Dal D.Lgs. 502/1992 in poi, il quadro normativo è chiarissimo: prestazioni diagnostiche e specialistiche spettano a strutture sanitarie autorizzate e accreditate, con medici e professionisti sanitari qualificati. Le farmacie non sono strutture sanitarie e non hanno titolo per assumere queste responsabilità. Con il pretesto della farmacia dei servizi si stanno affidando ECG, Holter, spirometrie a chi non è sottoposto agli stessi obblighi che gravano sulle imprese sanitarie. È un colpo alle regole, e quindi alla sicurezza”.
Due pesi e due misure: il paradosso delle convenzioni
Fabio Vivaldi, segretario generale AISI: “Se una struttura sanitaria privata vuole convenzionarsi, deve affrontare anni di autorizzazioni, accreditamenti, verifiche di centinaia di requisiti. Alle farmacie, invece, basta un protocollo regionale. È inaccettabile: milioni di fondi pubblici scorrono senza le stesse garanzie di trasparenza e controllo. È un danno per i cittadini, per chi lavora rispettando le regole e per la credibilità del SSN”.
Quale strada per abbattere davvero le liste d’attesa?
Per AISI, la soluzione non è moltiplicare deroghe e sperimentazioni estemporanee, ma rafforzare la rete dei poliambulatori, investire sul personale sanitario, velocizzare gli accreditamenti per chi ha i requisiti e potenziare l’assistenza territoriale.
“Le liste d’attesa – conclude Saccomanno – si riducono investendo nella sanità pubblica e privata accreditata, non affidando prestazioni specialistiche a contesti non previsti dalla legge. Continuare su questa strada è un vero e proprio harakiri per il sistema salute”.




