Cronaca e Politica

Il futuro Ucraino o del mondo?

di Canio Trione
Premesso che vogliamo credere alla sincerità delle dichiarazioni dei due Presidenti e alla corretta traduzione che, effettuata meccanicamente, che potrebbe non essere perfetta, è necessario capire cosa hanno voluto dire i due Presidenti anche per capire quanto riportato da altri giornali che stanno facendo credere ad un fallimento visto che non è stato deciso nulla di concreto come era nelle attese e nelle intenzioni del Presidente Trump.
È emersa con chiarezza la volontà di mostrare l’esistenza di un rapporto preferenziale tra le due superpotenze. Quindi l’esito finale e concreto del vertice è stato affidato agli europei della UE e dell’Ucraina: “noi siamo pronti a farla finita! se non si dovesse riuscire la responsabilità sarà vostra e sarete fuori dal nostro rapporto preferenziale” questo sembra essere il messaggio lanciato da Putin e Trump precisando che non si tratta di giungere ad un “cessate il fuoco” -che non gli basta- ma di un componimento dei rapporti tra le parti in campo più ampio e complessivo di tutte le ragioni che hanno prodotto questa situazione.
Questo cozza con le premesse indicate da Trump e va verso i desiderata di Putin e quindi fa pensare ad una vittoria diplomatica dei russi sugli americani. Ma Trump non può non sapere che l’allargamento della base su cui costruire la pace è in rotta di collisione con i programmi dei democratici di tutto il mondo che sembrano aver costruito quelle ragioni di dissidio; quindi rimuovere quelle ragioni di ostilità è un modo per sotterrare ogni possibile resurrezione della sinistra americana e di ogni parte del mondo. Cioè un messaggio preciso che significa la fine dei guerrafondai (che loro sanno chi sono) e che si parla anche (se non principalmente) di economia, di sanzioni, di accordi commerciali che potrebbero riguardare i rapporti USA Russia ma anche il resto del mondo. Una specie di prendere o lasciare che fa supporre che i due abbiano un piano B nel caso in cui qualcuno volesse mettere i “bastoni tra le ruote”. Ed è una filosofia molto concreta che antepone gli interessi economici a più ideologiche motivazioni.
Quindi un nulla di fatto su tutta la linea che delude le attese e che fa pensare e dire ai detrattori di Trump che questi è un venditore di aria che non ha mantenuto le promesse; ma lo fanno non molto convintamente perché: A) non si sa come risponderanno quelli della UE e i Poteri Forti che stanno dietro questa tragedia; non solo: B) la componente economica della conversazione tra i due Presidenti è troppo importante per non essere determinante; chiunque non vorrebbe esserne escluso cominciando dagli onnipotenti finanzieri e banche di affari. Ed infine C) Putin ha detto chiaramente che la guerra non ci sarebbe stata se al posto dei democratici ci fosse stato lui, Trump, cosa che non è altro che una conferma che se la cosa non si risolve sarà da addebitare ad altri che non a lui e loro. Un contentino per salvare la faccia di Trump? Forse, intanto è un ulteriore colpo ai democratici (che non guasta) ma è anche un mattone portato al muro della diplomazia costruita sul rapporto personale (alla Berlusconi) e non quella della tecnodiplomazia e delle sue regole studiate dai psicotecnici che non ha visto di buon occhio l’applauso di Trump a Putin o il modo di stringere la mano troppo riguardoso verso uno che fino a ieri era escluso dal consesso della diplomazia dei sette grandi. La diplomazia fatta di rapporti personali più e prima di quelli dettati dalle regole, è fumo negli occhi degli altri, degli esclusi, che oggi sono i Poteri Forti e dei loro rappresentanti; quindi è da attendersi una accoglienza tiepida da parte degli europei e degli ucraini…ma sarebbe un ottimo segnale che indicherebbe che siamo sulla buona strada.
Si parla di cessione del Donbass e della lingua russa come lingua ufficiale della Ucraina ma è evidente che la sostanza sta altrove e gli europei e Zelensky sono chiamati a esprimersi su queste cose e non certo sulla sostanza; sostanza che è fatta di rapporto preferenziale e paritario tra le super potenze che certamente serve a Putin ma serve anche agli americano in vista del necessario ridimensionamento della Cina e disinnesco dei Brics; è fatto di accesso alle risorse russe che si volevano arraffare con la guerra mentre adesso le si potrà valorizzare assieme grazie alla pace; sostanza che è fatta di difesa delle chiese ortodosse russe necessaria non solo alla Russia e all’Ucraina ma ancor più al resto del mondo dove le masse sono letteralmente sbandate e rimaste prive di indicazioni etiche (vedi la nomina di un Papa missionario americano…) che Trump considera molto più di quanto non si creda. Possiamo continuare a lungo ma non serve; commenteremo gli esiti dei prossimi incontri con gli altri capi di Stato augurandoci che la Presidente von der Layen non partecipi nel rispetto del dato fondativo dell’Europa Unita che esclude dalle competenze comuni la difesa e la politica estera.
Ad occhio e croce pur senza avere sufficienti elementi emerge la grande e crescente statura politica dello statista Putin; nelle trattative e nella chiarezza della comprensione degli interessi russi proiettati verso un modo di essere -della Russia- più occidentale che non orientale ma non certo post industriale e finanziario.
Probabilmente c’è da fidarsi dei due Presidenti e del loro modo di affrontare le cose…  
Canio Trione
ucraina.-foto-Geopop.

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