Politica internazionale

Dalla nostra Poiana in anteprima.

A Teheran è stato assegnato l’oscar del Grande Bluff. Teheran considerato un paese medievale con i missili di gomma, ha dimostrato di saper tener testa a Stati Uniti e Israele.

Abbiamo assistito ad una delle migliori scenografie cinematografiche, neppure Hollywood ha saputo fare di meglio. Dopo un tira e molla sulla guerra, soprattutto tra i funzionari belligeranti, il Medio Oriente ci ha donato una lezione di umiltà e grandezza naturale.

Da un lato c’erano i due principali attori capricciosi, Israele con appena 75 anni di storia e Stati Uniti con 250 anni di storia di sceriffi colonizzatori, abituati ad ottenere tutto senza autorizzazione. Erano talmente tronfi, che si sono illusi di esportare la propria democrazia con le armi, in una civiltà millenaria, culla di grandi Condottieri e grandi Regnanti, uno su tutti Dario il Grande.

Dall’altro l’oscurantista Iran, descritto dalla solita stampa ben informata e prezzolata, come un Paese in cui il tempo si è fermato. Eppure questo paese medievale ha dimostrato che non solo è irremovibile, ma sa ben difendersi dagli aggressori. D’altronde nel loro DNA ci sono i filamenti dei grandi Condottieri che hanno reso invincibile l’impero Persiano.

La Stampa occidentale corrotta lo ha descritto come un topolino facile da schiacciare, ma il cambio di paradigma li ha costretti ad una rapida conversione ad U, pur di immolare Israele e Stati Uniti a Campioni di Democrazia, ma quale, quella che sta trucidando un intero popolo confinante per impossessarsi dell’enorme giacimento di petrolio e gas sotto i piedi di Gaza?

Oppure quella che ha occupato i territori palestinesi della Cisgiordania? Senza dimenticare l’altra che alimentando le False Flag ha destabilizzato intere nazioni sovrane, dall’Europa al Medio Oriente, lo abbiamo constatato nei Balcani, da qui la locuzione di balcanizzazione, ovvero frammentazione di uno Stato.

Lo hanno ripetuto in Medio Oriente e Asia occidentale, Iraq, Siria, Libia,Yemen e Afghanistan e pensavano di ripeterlo nello Stato oscurantista Iran, ma ci hanno battuto il grugno. L’elefante messo in ginocchio da un topolino, ha rappresentato un affronto infame per la superpotenza.

Il Premier Netanyahu ha pianificato l’attacco contro l’Iran, iniziando a fagocitare il popolo israeliano sulla stampa asservita, stanco della lunga guerra contro i palestinesi di Gaza e poco propensi a farsi coinvolgere in una nuova campagna militare. L’illusionista ha allarmato il popolo di un pericolo Iran e dell’importanza di un intervento preventivo per coglierli impreparati. Ha giustificato, come al solito, la sua inutile offensiva, un diritto all’autodifesa, termine ripetuto con sincronismo perfetto dai nostri governanti.


L’llusionista Netanyahu non si allontana dal suo becero progetto di ridisegnare il Medio Oriente, unica via per coronate il suo megalomane sogno del “Grande Israele”, sottraendo terra ai paesi confinanti, Siria, Egitto, Giordania e Libano. Ma la sua mira si spinge anche oltre, fino al Kurdistan e all’Iraq. Unico ostacolo a spegnere i suoi sogni, si chiama Iran.
Al suo fianco, Donald Trump, uomo eletto con i voti dell’AIPAC e da questi tenuto al guinzaglio. Le pressioni su Trump sono innumerevoli, a partire da alcuni membri della sua famiglia, per finire al Mossad che, durante la sua precedente presidenza osò collocare delle ‘cimici’ all’interno delle stanze strategiche della Casa Bianca. Si rischiò un incidente diplomatico tra i due paesi che si risolse con un chiarimento ad alto livello.

Anche questa volta sono gli artigli del Mossad a condizionare Trump al fine di neutralizzare le capacità nucleari e balistiche dell’Iran, rovesciare il regime e offrire al mondo un “nuovo Medio Oriente”, plasmato su misura per garantire gli interessi degli Yankees e degli israeliani. Avviso spoiler: non è andato come previsto. Dodici giorni dopo, gli Stati Uniti, con la coda tra le gambe, si sono rifugiati dietro un cessate il fuoco “tecnico”. Netanyahu, assumendo un atteggiamento da nuovo imperatore del Medio Oriente, si è vantato con la Stampa, di aver raggiunto tutti gli obiettivi che Israele aveva pianificato.


Quanto fondo di verità ci sono nelle sue parole? Allora perché questo imbarazzato silenzio sulla caduta del regime iraniano? Dov’è la rivoluzione colorata promessa e l’installazione del Principe Reza Pahlavi che attende da Roma il suo ritorno? E le macerie della Repubblica islamica?

Tutta finzione. L’Iran è ancora al suo posto e altrettanto la Repubblica islamica. Si è ricorsi al cessate il fuoco per evitare l’imbarazzo nei confronti dell’opinione pubblica. L’illusionista ha preso una sberla che ha fatto crollare il suo share.
L’arrogante Netanyahu pensava che sarebbe bastato il supporto degli Stati Uniti, i raid aerei e i missili su Teheran per far piegare l’Iran. Non ne ha azzeccata una, a partire dal Mossad che con tutte le Antenne presenti sul territorio iraniano, disconosceva totalmente la deterrenza militare di Teheran. Forse pensavano che fosse un paese armato di ICBM gonfiabili.

Purtroppo per loro, il popolo israeliano lo ha sperimentato sulla propria pelle. In pochi giorni, Teheran è passata dai sistemi missilistici di vecchia generazione agli ipersonici, per finire ai Kalibr. Ancora pochi giorni di lancio di ICBM ipersonici e Kalibr e delle principali città israeliane rimanevano solo macerie.

I titoloni della Stampa israeliana erano già pronti, Trump l’amico di sempre salva Israele. Netanyahu ha fatto affiggere manifesti giganti per ringraziare Trump. Si smonta lo scenario e si torna alla realtà, l’attacco in pompa magna alla fortezza di Fordeau in Iran si è rivelato un fiasco, l’ombrello protettivo della fortezza ha retto bene all’attacco di costosissime bombe che per il loro trasporto è stato necessario utilizzare i famigerati B-2.

I fuochi d’artificio costosi, non hanno distrutto né i siti nucleari, e neppure le rampe di lancio degli ICBM ipersonici collocati all’interno di bunker scavati nelle montagne dell’Iran. Gli impianti nucleari, continuano ad essere operativi come rilevano gli ispettori della l’AIEA. È valso andare avanti con questa sceneggiata? Teheran continua ad inviare i suoi ICBM verso le città israeliane, non erano loro che dicevano che erano prossime all’esaurimento? Oppure Teheran ha saputo decodificare e applicare la formula dei “Pani e dei Pesci”?

Teheran ha reagito alle false dichiarazioni di Donald Trump sulla completa distruzione delle installazioni nucleari,
dimostrando per bocca degli ispettori della AIEA che non vi è sta alcuna distruzione importante al bunker di Fordeau. Solo le strutture esterne sono state danneggiate, ma facili da ripristinare. Lo testimonia l’assenza di emissione radioattiva. L’evacuazione delle barre di Uranio, è stata effettuata in anticipo, quando si era percepito dalla violenza di Netanyahu, che l’attacco fosse imminente. Teheran è abituata a non agire d’impulso, anche se considera gli attacchi americani come un ingresso diretto di Washington in guerra. La risposta ci sarà, senza fretta, nei tempi dovuti.

L’Iran in previsione dell’attacco, ha evacuato la popolazione delle città collocate a ridosso delle centrali, non fa certo come Israele che la usa come scudo. In ogni caso gli esperti della AIEA non hanno rilevato emissioni radioattive dalle centrali colpite.

“Gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità delle conseguenze degli attacchi contro l’Iran”, ha affermato un membro della direzione Houthi nello Yemen.


La risposta di Teheran non si è fatta attendere, poche ore dopo l’attacco sulle centrali, una pioggia di missili ha attaccato la base americana “Al Udeid” in Qatar. Il ministro degli esteri iraniano Arakchi poco prima di prendere il volo per Mosca per incontrare Putin, ha ricordato che: “l’Iran risponderà a qualsiasi attacco e non lascerà passare l’affronto dell’aggressore, qualunque siano le circostanze. Eravamo in pieni negoziati diplomatici con gli Stati Uniti quando gli israeliani hanno vanificato il tutto”.

Non va dimenticato che tra Mosca e Teheran c’è una partnership strategica, che Israele ha sottovalutato. Tel Aviv a seguito del bombardamento sull’Iran, si è reso vulnerabile all’esercito Houthi, ben armato e ben addestrato nei combattimenti terrestri e marittimi. Gli Houthi possono contare su esercito di volontari di 82.000 mila uomini, pronti a sacrificarsi per liberare Gaza dal popolo occupante.

Se così fosse la guerra si prolungherebbe per anni e sancirebbe la fine di Israele. Le parole del Membro dell’Ufficio politico dell’Ansar Allah, Mohammad al-Bukhaiti sono pregnanti: “l’accettazione da parte dell’America e di Israele di un cessate il fuoco con l’Iran conferma che la forza militare è l’unica lingua che comprendono. Le nostre operazioni militari contro l’entità sionista continueranno fino alla cessazione dell’aggressività contro Gaza e al sollevamento del blocco.” Più di 82.000 volontari yemeniti, affiliati agli Houthi (Ansar Allah), hanno seguito un addestramento militare nella gestione di armi leggere, droni e tattiche di guerriglia per combattere Israele in solidarietà con Gaza e Iran.

Questi corsi di formazione, iniziati nel 2024, mirano a preparare i combattenti per le operazioni contro Israele, accusati di svolgere guerre regionali con il sostegno degli Stati Uniti. L’addestramento comprende simulazioni di combattimenti sulla terra e attacchi marittimi, in previsione di un’escalation con Israele.

Queste forze sono pronte ad unirsi all’Iran e Hezbollah in un conflitto contro Israele. Yahya Saree, portavoce militare Houthi ha affermato che queste forze sono pronte a intervenire se Israele prosegue i suoi attacchi sull’Iran o Gaza. Ha proseguito Yahya Saree: “Il Mar Rosso si tingerà del rosso del sangue dei marinai delle navi statunitensi e israeliane”. Yemen Military (Army Yemen): “Lo Yemen entrerà ufficialmente in guerra se Israele e Stati Uniti violeranno le acque territoriali dello Yemen”.

L’oscurantista Iran e il piccolo Yemen hanno umiliato lo zio Sam. Teheran ha dato una sberla epocale a Israele e Stati Uniti, non si è adattata a difendere solo il suo territorio dai criminali attacchi di Israele, si è spinta oltre, ha risposto con fermezza agli attacchi.

Ha colpito duramente i centri nevralgici di Israele, violando le sedi simbolo dello strapotere israeliano, IDF e Mossad, e ha continuato colpendo la base inviolabile degli Stati Uniti in Qatar. I media diranno che “il danno è minimo”, ma le loro voci contrasteranno da ciò che il satellite ha fotografato. E non è tutto. Lo Yemen, questo piccolo mignolo sostenuto da Teheran, ha osato affrontare la flotta navale americana.

Un limitato numero di miliziani in sandali ha osato sfidare la più grande marina del mondo ben armata e ben equipaggiata! Gli Stati Uniti hanno dovuto ingoiare il rospo, la risposta iraniana e yemenita ha palesato una verità inconfutabile, la loro presunta invincibilità è solo un mito. In questi scontri di questi giorni si evince la differenza tra un impero millenario e le nazioni che giocano ai cowboy.

L’Iran, con la sua pazienza strategica, preso di mira, nella quale ravvedo una similitudine con quella di Mosca, ha avvertito, ha colpito e ha lasciato esterrefatti i suoi nemici. Una immagine dirompente per i due grandi eserciti di Carta pesta. Nel frattempo Stati Uniti e Israele si leccano le ferite. Trump e Netanyahu ci penseranno bene prima di pensare di colpire l’Iran. Non è solo una storia di missili.

È anche un’inclinazione geopolitica. Mentre gli Stati Uniti e Israele perseguivano i loro obiettivi, il resto del mondo osservava basito. I BRICS sono orgogliosi dell’Iran, prossimo Paese membro, per essersi rifiutato di leccare gli stivali di Washington. Hanno sostenuto e continueranno a sostenere l’Iran, offrendo sostegno economico e militare. Erdogan a sua volta ha riunito tutte le nazioni musulmane a Istanbul con l’intento di creare una coalizione non solo economica, ma anche militare anti-egemonica che farà tremare le cancellerie occidentali.

Gli Stati Uniti hanno capito l’errore in cui si sono cacciati, si rendono conto di aver aperto un Vaso di Pandora. Se l’Iran continua a rispondere, la loro presenza militare in Medio Oriente è sulla via del tramonto. Il cessate il fuoco rappresenta per Israele e Stati Uniti una sconfitta “tecnica”. L’oscurantista Iran ritenuta medievale, ha dimostrato di avere la tecnologia per competere con le grandi Nazioni.

La Stampa occidentale, ancora una volta si è prostituta per salvare la faccia dei loro padroni. Netanyahu dichiara Vittoria, si autocompiace per la Pace chiesta da Trump. Come se fosse dovuta ad una sconfitta di Teheran. Ma ho contezza che quel cessate il fuoco serva a Netanyahu per nascondere la vera situazione di Israele, un paese in profonda crisi economica, una popolazione stanca delle guerre di Netanyahu, prodromiche solo a se stesso per rimanere al potere ed evitare la galera per i numerosi procedimenti di corruzione in cui è coinvolto. Ma questo non lo dirà nessun organo di Stampa.

La verità? L’Iran ha vinto la guerra psicologica e le popolazioni ebraiche ricorderanno questo giugno 2025 con amarezza, quando si renderanno conto che i loro leader li hanno trascinati in un vicolo cieco.

Allora perché questo cessate il fuoco? Una richiesta per rendere il boccone meno amaro. I militari israeliani non hanno ottenuto nulla, il super esercito e i servizi segreti tanto idolatrati, colpiti al cuore, hanno mostrato di essere solo fuffa. Politicamente, sono isolati. Psicologicamente, sono rotti. Gli Stati Uniti non cantano vittoria, urlano alla Pace perché sanno che se continuano, l’Iran potrebbe fargli perdere quella poco credibilità che gli è rimasta, anche se potrebbe essere un bene per il risveglio dell’Europa.

Netanyahu recita, vuole mostrare al suo popolo di essere bravo, in realtà ha capito dopo il consulto con i vertici dell’IDF e del Mossad, che continuare sarebbe un suicidio. Sono convinto che a brevissimo assisteremo ad una epurazione e a dimissioni in massa nei due Organismi (IDF e MOSSAD) preposti alla Sicurezza di Israele. L’AIPAC renderà conto dei suoi errori a Netanyahu e chi lo ha convinto in questa guerra suicida.

Agli Stati Uniti, con il dente avvelenato, converrà scaricare Netanyahu per aver sabotato le trattative con Teheran. Da che Teheran sarebbe dovuta essere l’anello debole da schiacciare, è l’unica che ne esce a testa alta. L’Iran è in piedi, più forte che mai, ha dimostrato al BRICS di avere tutte le qualità per diventarne un membro di primo piano, mentre l’asse americano-sionista è in ginocchio. Dagli Anchorman più gettonati, Tucker Carlson parole durissime: “il patto Maga tra Trump e il suo popolo si è concluso – …. – è stato votato da 75 milioni di americani per porre fine alle guerre, e lui si fa trascinare in una guerra senza sbocchi da Netanyahu”.


Ha aggiunto Carlson: “L’intero programma politico di Trump si basa su una ripresa economica, già una semplice guerra contro l’Iran, farà schizzare il prezzo del petrolio che, con la chiusura dello Stretto di Hormuz, porterà il petrolio a raggiungere picchi mai registrati fino ad ora per l’economia americana uscita azzoppata dagli aiuti miliardari di Biden all’Ucraina”. Ha concluso Carlson: “In America i patrioti sono sul piede di guerra, Trump ha scelto di uscire dalle guerre, non per farle o finanziarle.

Il popolo americano non ha votato Maga per finire complice dei massacri del Paese alleato. Se tradisce questo mandato, gli verrà ricordato chi lo ha messo lì”. L’abstract della mia analisi di questa soap opera, dimostra che il vero vincitore è l’Iran. In 12 giorni, l’Iran è riuscito in ciò che molti ritenevano impossibile. Affrontare due paesi arroganti che si consideravano intoccabili.

Paragonati ai grandi imperi come la Persia, la Russia o la Cina, gli Stati Uniti e Israele sembrano bambini pretenziosi. Questo cessate il fuoco non è Pace, è una resa mascherata. E mentre i media corrotti cantano le lodi dei loro perdenti, il mondo intero vede la verità: in questo mondo capovolto, è l’Iran che sta portando avanti da solo il lavoro dell’umanità contro tutti i diritti umani, infrangendo il mito dell’invincibilità occidentale.

Dott. Maurizio Compagnone
Analista Geopolitico

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