Interviste e Opinioni

La vita tra cielo e spazio: Paolo Nespoli si racconta

Paolo Nespoli, conosciuto anche come “Astro Paolo”, nasce a Milano nel 1957. Astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, ha conseguito una laurea in Ingegneria Meccanica. Simbolo di resilienza, ha affrontato due esclusioni prima di essere finalmente selezionato come astronauta. Ma non si è mai arreso: dopo dieci anni di impegno, ha superato le selezioni e ha coronato il suo sogno. Ha partecipato a tre missioni spaziali, totalizzando ben 313 giorni nello spazio.

Il mio incontro con Paolo Nespoli avviene nella suggestiva cornice di Bassano del Grappa, una città intrisa di storia e cultura. E qui, prima dell’evento Dialoghi Culturali promosso da Radici Future, che ho l’opportunità di dialogare con lui, un uomo che ha esplorato lo spazio e porta con sé una visione unica del mondo , credendo nel lavoro di squadra, nella collaborazione e nell’amore per la sua professione.

 “C’è stato un momento preciso legato alla sua infanzia che le ha fatto capire che voleva diventare astronauta? “

“La scintilla iniziale è nata dal contesto in cui mi trovavo: ero il frutto di un’epoca di grandi cambiamenti. In quegli anni, la corsa allo spazio tra sovietici e americani catturava l’attenzione del mondo, trasmettendo un forte senso di sfida e possibilità. È proprio da lì che è scaturito il mio interesse, un seme che ho coltivato nel tempo, trasformandolo poi nella mia grande passione: lo spazio.”

“Durante le sue missioni nello spazio, osservando l’universo dalla navicella, ha mai provato un senso di meraviglia e di profondità di fronte alla vastità cosmica? Si è mai chiesto se, mentre osservava l’Universo, qualcuno o qualcosa stesse osservando lei ?”

 “Non è necessario andare nello spazio per porsi certe domande. Chiunque, ovunque, può interrogarsi sugli stessi grandi misteri. Io stesso me le pongo continuamente. Ad oggi, per quanto mi riguarda, non abbiamo dati che confermino l’esistenza di altre forme di vita nell’universo. Eppure, osservando la volta stellata sopra di noi, è inevitabile chiedersi: possibile che siamo gli unici? È una domanda che mi accompagna sempre.”

 “Come si è preparato mentalmente per affrontare situazioni ad alto rischio nello spazio ?”

 “Sono cresciuto con la convinzione che tutto sia possibile e che non esistano limiti insuperabili quando si ha il giusto team e le persone giuste accanto. Ragionare e pensare non sono solo abitudini, ma un esercizio quotidiano, una disciplina che alimenta la mia visione e il mio modo di affrontare il mondo.”

Palo Nespoli e Alessandro Pozzobon

 

“Ci sono aspetti della sua vita privata che ha dovuto modificare per adattarli alle esigenze della carriera

spaziale ?” 

“Mi sono sposato tardi, a 50 anni, ben oltre rispetto ai miei amici. Per gran parte della mia vita, il lavoro è stato il mio obiettivo primario, la mia bussola, e mi sono sempre concentrato sul raggiungere i risultati prefissati. Poi, con il tempo, è arrivato il momento di cercare una stabilità diversa, quella personale. E quando ho trovato la persona giusta con cui condividere la vita, ho capito che era il passo naturale da compiere.”

 “Il turismo spaziale sarà solo per pochi privilegiati o potrebbe diventare accessibile a più persone ? La crescente privatizzazione dell’esplorazione spaziale favorirà la democratizzazione dei viaggi interplanetari ?

 “Oggi, lo spazio non è più esclusivamente territorio degli astronauti con una esperienza professionale . Stiamo vivendo un momento storico in cui anche chi non ha una formazione tecnica può raggiungere le stelle. Da una parte, questo cambiamento cambia la percezione della mia professione. Dall’altra, apre la possibilità di portare nello spazio esperienze e prospettive diverse, arricchendolo di nuove visioni.  Tradizionalmente, gli astronauti sono fisici, ingegneri, medici e quant’altro. Per citare un personaggio celebre: sono un po’ come Sheldon Cooper dello spazio. “ Ma perché non immaginare un poeta tra le stelle? La creatività ha il suo posto nell’universo tanto quanto la scienza. Un poeta, da lassù, vedrebbe il mondo con occhi diversi rispetto a me, offrendo una visione nuova e forse ancora più profonda. “

“Quale consiglio darebbe ai giovani che credono nella creatività e vogliono costruire un futuro fuori dagli schemi? Crede che il coraggio di seguire le proprie passioni possa essere la chiave per realizzare qualcosa di straordinario, anche quando il percorso sembra incerto?”

 La vera sfida è ascoltarsi.Capire se il proprio sogno è davvero quello giusto, senza lasciarsi sopraffare dai dubbi. Il coraggio è sempre la chiave per costruire un futuro autentico.

Quando un giovane mi dice che vuole diventare astronauta, gli chiedo sempre se si sente sicuro della sua scelta. Ci saranno momenti di tensione: alcuni li vivranno come stimoli per crescere, altri come ostacoli schiaccianti.

Seguire le proprie passioni, trasformarle in un lavoro gratificante e scegliere un percorso che rispecchi ciò che si è .

Luisa Muttin 

Foto Brenno bonamigo x radici future

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