Comunicati stampa

Aumento salariali, ma anche formazione

#lavoro #agile, #life-#work #balance, #formazione, attenzione al passaggio generazionale. Il nuovo contratto delle funzioni centrali segna un momento fondamentale nell’evoluzione della #Pubblica #amministrazione.

La #Pa e i suoi dipendenti fanno finalmente un balzo in avanti verso il futuro.

Si parte da un incremento di stipendio medio a regime di 165 euro mensili per 13 mensilità. Con il nuovo CCNL, poi, viene implementato il lavoro agile, un tema su cui la Federazione si è battuta per equiparare il trattamento del pubblico al privato. Introdotta anche in via sperimentale, e su base volontaria. la settimana lavorativa di quattro giorni.

E in un’ottica di conciliazione vita-lavoro va anche il riconoscimento del buono pasto per le giornate lavorative in #smart #working.
Sancito per i dipendenti oltre i 60 anni l’aumento delle ore di permesso annuale per esami e visite mediche da 18 a 20 ore. E in caso di gravi malattie, il lavoratore sarà tutelato anche attraverso l’assimilazione degli accessi ambulatoriali e della convalescenza post-intervento alle assenze per malattia. Garantito il diritto allo studio anche per i contratti a tempo determinato.
Infine vengono individuate misure per la gestione dell’invecchiamento della forza lavoro, con forme sia di tutoraggio (per formare i nuovi assunti) che di trasferimento delle competenze digitali dai dipendenti più giovani a quelli più esperti.
Una rivoluzione, quella aperta dal nuovo CCNL, che influisce direttamente anche sull’attrattività della Pa per i giovani, che continua a essere una delle principali criticità della nostra Pubblica amministrazione.

E se questa è la nuova strada della Pa italiana, le sfide sul tavolo sono ancora tante. Come FLP, infatti, abbiamo già richiesto al ministro Zangrillo di emanare l’atto di indirizzo per il rinnovo del triennio 2025-2027 e di riprendere con immediatezza il confronto, attivato dopo la firma del contratto, per tradurre in une specifico Protocollo d’intesa gli impegni e le azioni da assumere sulle questioni ancora aperte: dalla defiscalizzazione del salario accessorio all’azzeramento dei tetti predeterminati dei fondi aziendali, senza dimenticare nuovi strumenti per lo sviluppo delle carriere, il rafforzamento del welfare
integrativo e la rivalutazione del valore buono pasto, oggi assolutamente inadeguato a fronte dell’aumento di questi anni del costo della vita.”

Fonte il Riformista

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