Interviste & Opinioni

Parlamento italiano, plastica e ambiente

di Silvia Passerini

Il 2 agosto 2022 è stata valutata e stampata la proposta di legge A.C. 1938 del 26 giugno 2019 “Disposizioni per la riduzione dell’utilizzazione della plastica e divieto dell’impiego di prodotti in plastica monouso” d’iniziativa dei deputati Rampelli, Luca De Carlo, Rizzetto. Nella premessa si legge: “è necessario che il Parlamento italiano intervenga per introdurre specifici divieti e sanzioni per l’utilizzo di prodotti in plastica monouso al fine di limitarne l’uso in una prospettiva di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema.

Nel mondo la produzione di plastica è passata dai 15 milioni di tonnellate del 1964 agli oltre 310 milioni attuali. Si calcola che ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare. Secondo alcune stime, negli oceani vi sarebbero più di 150 milioni di tonnellate di plastica e, se si proseguisse con le tendenze attuali, gli oceani potrebbero contenere nel 2025 una tonnellata di plastica per ogni 3 tonnellate di pesce, mentre nel 2050 il peso della plastica nei mari potrebbe superare quello dei pesci.

Dall’avvio della produzione della plastica su scala industriale negli anni Cinquanta, sono stati prodotti oltre 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, di cui ben 6,3 sarebbero oggi presenti in natura. Il 79 per cento della plastica prodotta in questi anni è finito in discarica o in natura, il 12 per cento è stato incenerito e solo il 9 per cento è stato riciclato.”

Dopo la scoperta dell’agglomerato di rifiuti grande quanto la penisola iberica, formato di plastica fino al 90 per cento, chiamato «Great Pacific Garbage Patch» e dell’isola di plastica avvistata tra l’isola d’Elba e la Corsica, e le sollecitazioni da parte di giovani attivisti che cercano si sensibilizzare la comunità circa la tutela dell’ambiente, con questa proposta di legge la politica ha cercato di dare una risposta concreta.

Dal 1 gennaio 2020 gli ospedali, i gestori di mense pubbliche e private, gli enti pubblici e gli istituti scolastici non possono più acquistare e utilizzare stoviglie, posate e bicchieri monouso in plastica, pena la sanzione amministrativa da € 3.000,00 a € 10.000,00. Dal 1 gennaio 2021, la vendita di stoviglie, posate e bicchieri monouso in plastica è vietata in tutto il territorio nazionale e chi contravviene a queste diposizioni è punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con una multa da € 10.000,00 a € 30.000,00.

Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha istituito a partire dal 2020 un fondo di 50 milioni di euro l’anno per la ricerca scientifica pubblica e privata e per la promozione della produzione e della commercializzazione di stoviglie, di posate e di bicchieri in materiale biodegradabile e compostabile. Il Ministero dello sviluppo economico ha istituito a decorrere dal 2020 un fondo di 50 milioni di euro annui per la promozione della vendita di prodotti senza imballaggio, quindi sfusi o alla spina.

Lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali promuovono la reintroduzione del sistema del vuoto a rendere, al fine di ridurre l’utilizzo di imballaggi in plastica, e hanno stanziato 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020 per la promozione del sistema del vuoto a rendere applicato alle bottiglie e ai contenitori in vetro destinati all’uso alimentare per acqua o per altre bevande.

I costruttori di veicoli dal 1 gennaio 2025 dovranno utilizzare plastiche riciclate provenienti dal trattamento di veicoli fuori uso, per almeno il 25 per cento del totale della plastica utilizzata. Questa è una condizione necessaria anche per la commercializzazione in Italia di veicoli prodotti all’estero. Chi contravviene sarà soggetto alla sanzione amministrativa da € 5 milioni a € 15 milioni.

Viene coinvolto anche il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca che promuove attività volte a rendere gli alunni consapevoli della necessità della conservazione dell’ambiente e del rispetto del territorio, anche attraverso le corrette modalità di differenziazione dei rifiuti.

Lo Stato promuove il recupero dei rifiuti dispersi in mare e il loro corretto conferimento da parte di coloro che sono impegnati nelle attività di pesca. Gli imprenditori ittici impegnati in questo progetto beneficiano di una riduzione della tassa sui rifiuti proporzionale alla quantità di rifiuti raccolti e correttamente conferiti. Per questo il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha istituito un fondo di 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020.

A decorrere dal 1 gennaio 2021 la frutta e la verdura possono essere vendute preconfezionate solo in contenitori e imballaggi in materiale compostabile e biodegradabile, pena la sanzione amministrativa da € 10.000,00 a € 30.000,00.

Tutti questi stringenti cambiamenti sono mirati a salvaguardare il nostro ambiente, riducendo l’incidenza della plastica anche attraverso l’eliminazione di quei prodotti che oggi apparentemente non possiamo farne a meno.

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