Politica nazionale

Maimone: “La difficile equidistanza della Chiesa Cattolica nel contesto della guerra” 

Ciò che ha affermato il quotidiano francese Le Monde è estremamente sbagliato rispetto all’intervento del Papa relativamente al conflitto in atto sul territorio ucraino
 
di Biagio Maimone 
Zelensky ha chiesto a Papa Francesco di andare a Kiev. Certo, per essere accanto ad un popolo sofferente, aggredito e massacrato con le sanguinarie armi della guerra. Gesù è sicuramente lì, accanto a chi soffre, a chi piange e a chi muore. Non si chiede se chi soffre o muore sia ucraino o russo perché 
entrambi vittime della guerra.
Tuttavia, non si può prescindere, per motivi di obiettività, dal porre in luce l’esistenza di gravi responsabilità da parte di coloro che hanno determinato la guerra e che tali responsabilità sono da ricercare essenzialmente nell’ambito delle questioni economiche ed anche di  quelle di natura religiosa o fideistica.
Abbiamo assistito allo scisma della Chiesa ortodossa in seguito alla benedizione delle armi di Putin, in quanto si è ravvisata una rimarchevole devianza dai principi espressamente religiosi ed umanitari propri anche del cristianesimo ortodosso.
Nessuna religione, difatti, può schierarsi a favore della guerra, in quanto i valori di tolleranza e di fratellanza sono promossi e incoraggiati dalle religioni.
Papa Francesco è, dichiaratamente,  contro le armi e, pertanto, contro la guerra. Lo ha chiaramente dimostrato.
C’è da chiedersi se Papa Francesco sarà fautore della pace. Certamente lo è già
e lo sarà proprio per essere la voce del Cattolicesimo sulla terra e, pertanto, dei valori cristiani fondati sulla pace e sulla fratellanza umana universale.
La Chiesa Cattolica dice no alla guerra e alla sua atroce violenza e richiama alla pace, tuttavia non ha il potere reale di arrestare i conflitti, può solo 
condannarli e, nel condannarli, può richiamare la coscienza umana universale al dovere di evitare lo spargimento del sangue degli esseri umani coinvolti, nevitabilmente, nelle guerre.
Più volte, recentemente, Papa Francesco ha lanciato appelli tesi a fermare la guerra. Lo ha fatto e lo farà!
Ciò che ha affermato il quotidiano francese Le Monde è estremamente sbagliato rispetto all’intervento del Papa relativamente al conflitto in atto sul territorio ucraino.
La voce di Papa Francesco è altisonante ed urla all’orrore della guerra. Urla: “Fermatevi!”.
Anche Gesù – basta leggere il Vangelo –  non riuscì, su questa terra, ad intenerire i duri cuori dei potenti, per dirigerli verso la pace e l’amore per il prossimo.
Gesù aveva, nella sua esistenza evangelica su questa terra, ed ha, per sua natura divina, la “potenza” per annientare coloro che seminano odio e morte, tuttavia non l’ha fatto e non lo fa.  Perchè? Non certo perché è distante e disumano. No,è vero il contrario!
Dio è Amore e solo Amore. L’amore non uccide l’avversario. 
No, dialoga con l’avversario, utilizzando le parole che sgorgano dal cuore, in cui vive l’amore, al fine di far sgorgare dal cuore umano, come da una fonte che zampilla vivida e cristallina, quell’amore che esso seppellisce sotto la dura corteccia dell’odio.
La Parola è Vita per il cristiano, lo ha detto Gesù e lo ha dimostrato. Essa, senza alcun dubbio, ha il potere di smuovere le profondità aride del cuore umano e può convincere coloro che hanno indetto la guerra. Essi sono duri di cuore! Duri di cuore e, forse, non lo sanno perchè la loro mente è offuscata dal rancore che uccide la verità. Occorre intenerire i loro cuori! Come? 
Solo mediante l’Amore che fa miracoli !
Papa Francesco ha sottoscritto il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace e la Convivenza Comune“con il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad  Al -Tayyib, ad Abu Dadhi, che sancisce il dialogo tra le tre religioni monoteistiche.
E’ importante porre in luce come, in tale documento, si affermi che “le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue“.
In tale documento si ratifica, altresì, a chiare lettere, l’importanza del ruolo delle religioni nella costruzione della pace  mondiale, mediante gli insegnamenti che veicolano i valori della pace.
Centrale è considerata “l’importanza del risveglio del senso religioso e della necessità di rianimarlo nei cuori delle nuove generazioni, tramite l’educazione sana e l’adesione ai valori morali e ai giusti insegnamenti religiosi, per fronteggiare le tendenze individualistiche, egoistiche, conflittuali, il radicalismo e l’estremismo cieco in tutte le sue forme e manifestazioni”.
La speranza che ha animato la firma del documento ad Abu Dadhi è: “Raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita”.
La chiesa Cattolica, attualmente guidata da Papa Francescosottolinea il valore della pace e dell’uguaglianza e si impegna a divulgare, nel contempo, una nuova concezione della vita, che si fondi su un’economia che tutti inglobi in un disegno di emancipazione sociale, umana e morale. Le guerre nascono sempre per motivi economici – come la narrazione storica ci insegna – che fanno proprio un concetto di economia escludente ed arricchente per pochi eletti, potenti ed egoisti, non per tutti. Tale economia è un’economia selvaggia in quanto nega la centralità dell’essere umano, facendone un oggetto e non un soggetto che, in quanto tale, goda dei frutti generati dal processo economico.
La Chiesa Cattolica, da sempre, educa e diviene fautrice della Pedagogia dell’Amore e della Pace, della centralità dell’essere umano in ogni processo.
La vita umana deve dirigersi oltre la barbarie della guerra e della povertà che essa genera: è questo il messaggio fondamentale della Chiesa Cattolica.
Ed è per tale motivazione che Papa Francesco condanna la guerra ed i crimini che essa genera. 
Il messaggio di Papa Francesco è cristiano, autenticamente cristiano e rimanda agli insegnamenti di Gesù, che il Vangelo sottopone, senza sosta, alle nostre coscienze umane.
E‘ ben evidente che la guerra vive là dove le coscienze umane rinnegano se stesse per cieco egoismo, offuscate dalla brama omicida che il potere genera nel cuore avido di chi non è mai sazio di riempire i suoi esclusivi granai.

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